Riapertura delle fiere a marzo 2021?
Il lavoro degli ambulanti al tempo del nuovo Coronavirus Covid-19 è fermo, come per la gran parte dei settori. Un mondo a sé è quello degli eventi fieristici che, a differenza dei classici mercati, probabilmente vedranno una ripartenza più lenta. Un coro di protesta si leva da parte degli ambulanti del settore fieristico, rappresentati da Ana (Associazione Nazionale Ambulanti), che si sono organizzati nel gruppo Facebook ‘Ambulanti uniti’. La preoccupazione più diffusa è quella di una ripresa degli eventi molto lontana. “Siamo invisibili e non vogliamo essere dimenticati”. Gonews.it ha intervistato, per sentire la voce degli ambulanti, Paola Bocconi, brigidinaia di Lamporecchio. “Temiamo che le fiere rivedranno la luce a marzo 2021, così come gli eventi e i concerti. Non potremo sopravvivere fino ad allora senza un aiuto concreto. Chiediamo un aiuto di 1.500 euro al mese”. Gli ambulanti-fieristi svolgono un lavoro storico e fondamentale per gli eventi fieristici e il turismo. “Tra noi ci sono artigiani e non solo - racconta Paola Bocconi -. C’è chi si occupa di abbigliamento, bigiotteria, arredo per la casa. Tra loro vanno annoverati i fioristi, i bombolonai, gli imbonitori, gli artigiani del vimini, i giostrai. C’è chi promuove prodotti alimentari tipici dai formaggi, ai rivenditori di frutta secca, a chi espone Porchetta tipica di Monte San Savino e Montepulciano. Tra questi troviamo i tradizionali brigidini, dolce tipico di Lamporecchio e citato dall’Artusi come “Dolce Trastullo”. Un settore gremito di storia e tradizione culturale, oltre che gastronomica”. Secondo il gruppo ‘Ambulanti Uniti’ e Ana, l’attività degli ambulanti-fieristi rischia di restare ferma a lungo e di scomparire, perché diversa dalla categoria degli ambulanti mercatisti che, spiegano, già hanno ripreso a lavorare nei piccoli mercati rionali o cittadini. Per questi si prevede un controllo dell’afflusso di persone, mentre le fiere che richiamano turisti, potrebbero non essere riaperte subito. La differenza non è solo quella tra mercato e fiera, ma sta nell’accoppiamento dei Codici Ateco. ANA si dice allo stremo e invia una richiesta di aiuto al Governo. Gli ambulanti o operatori su area pubblica, sono pronti a manifestare: “Siamo stanchi e delusi di essere stati dimenticati da questo Governo.” Le richieste di ANA sono state inviate al Governo nelle figure del Presidente del Consiglio Conte, del Ministro Gualtieri e del Ministro Patuanelli. Ana esprime rammarico e disappunto per la grave disattenzione mostrata dal Governo nei confronti della categoria degli ambulanti, che è stata la prima ad essere chiusa per via delle Ordinanze dei Sospensione dei mercati e delle fiere disposte dai Sindaci già nel mese di febbraio per evitare l’espansione del virus Covid-19. "Nonostante i nostri appelli e le nostre ripetute lettere, né nel Decreto Cura Italia e né nel Decreto Liquidità si trova una iniziativa mirata e specifica per sostenere un sistema di 186.000 piccole imprese che fino a pochi mesi fa sviluppava il 2% del PIL, assorbiva i consumi di circa 26 milioni di persone, dava lavoro a circa 1 milione di addetti diretti ed indiretti, e rappresentava un unicum nel commercio al dettaglio con i numerosi mercati e fiere che si svolgevano ogni giorno nelle grandi Città e nei piccoli Comuni d’Italia. Sulla questione mercati e fiere si stanno muovendo tutte le associazioni di categoria, tra le quali Confesercenti. Abbiamo sentito Lapo Cantini di Confesercenti Firenze. “Nulla è stato ancora deciso, né sui mercati né sulle fiere. Stiamo lavorando per presentare alcune proposte a Governo Nazionale e Regione Toscana per riaprire tutte la attività su area pubblica tra cui anche le fiere. Speriamo quanto prima di dare una risposta agli operatori che sono in una situazione drammatica con la chiusura di tante attività".